Gli Sportelli Linguistici

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Servizi per gli appassionati di cultura greca

Parlare oggi di Greco di Calabria può sembrare anacronistico; cercando di valorizzare e tutelare un fenomeno locale si potrebbe, addirittura, andare controcorrente. Il periodo storico che stiamo attraversando, impregnato in tutto e per tutto da una omologazione culturale e comportamentale generalizzata e superficiale, nonché da una globalizzazione galoppante e in alcuni casi pericolosa, ci pone di fronte ad un problema da non sottovalutare: che cosa significa oggi rivalutare una lingua minoritaria e tutto quello che essa rappresenta, considerando che i mezzi di comunicazione di massa, se da un lato offrono indiscutibili fattori di civiltà e di progresso, dall’altro lato schiacciano e livellano tutte le culture locali e dei piccoli gruppi?

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La lingua minoritaria rappresenta l’anima di un popolo, essa è solo la punta di un iceberg che alla sua base nasconde un patrimonio immenso di tradizioni, di cultura, di architettura, storia, poesia, musica, sentimenti e passioni umane. La lingua minoritaria ci aiuta a conoscere un patrimonio locale destinato a rappresentare un popolo, con tutta la storia che esso ha alle sue spalle, inserendolo all’interno di un processo di globalizzazione del tipico, dell’etnico, del locale, valorizzando le diversità, che insieme a tutte le esperienze, le culture e le storie di tantissimi altri popoli, arricchiscono e contribuiscono alla formazione di un mondo dove ognuno porta in eredità la propria dignità, il proprio orgoglio, la propria identità. Rispettare le storie e le culture locali significa perseguire realmente i valori di multi-cultura, di apertura, di accoglienza, di pace.

La lingua greca di Calabra, così come ci è stata trasmessa, è quella che veniva utilizzata per mettere in relazione persone che conducevano la propria vita tra i campi, tra le montagne, tra gente semplice; essa, quindi, rappresenta una realtà ormai trapassata, molto lontana dalla vita complicata e difficile di oggi; racconta di un mondo e di un passato millenario, testimonianza di una cultura, magari semplice, forse povera, ma che ci ha rappresentato nel mondo per quasi tremila anni.

Fino a pochi secoli fa con questa lingua si riuscivano a esprimere tutte le situazioni e le necessità di persone appartenenti a qualsiasi estrazione sociale; con la fine del rito greco, 1572-1573, l’evoluzione della lingua ha subito un forte rallentamento, quasi un fermo, soprattutto nelle persone acculturate, di chiesa e di potere, le quali sono passate, chi per convenienza, chi per costrizione, pochi, per la verità, per convinzione, alla lingua latina.

A poco a poco il linguaggio dei nostri padri è rimasto appannaggio solo della gente di montagna, isolata, lontana dalla costa e dalle città dove il progresso, la scuola e la chiesa hanno trasformato completamente e inesorabilmente il modo di esprimersi e il modo di vivere.

Negli ambienti dove ancora la lingua continuava a vivere, si parlava di pecore, di capre, di lavoro dei campi; si parlava anche di amore, si pregava, tutto veniva vissuto con armonia e con genuinità, in una dimensione che vedeva l’uomo sempre alla ricerca di espressioni di vita sociale che rispecchiassero i valori di una società umile, impegnata di continuo nel mantenimento e nella difesa della propria identità e lo si faceva solo rispettando le tradizioni, la cultura e la lingua greca di Calabria che, rimanendo relegata solo in questi ambienti e territori isolati, senza subire alcuna evoluzione, è riuscita a sopravvivere e ad arrivare fino a noi.

Anche se quella che abbiamo ricevuto non è, logicamente, una lingua completa, sufficiente a esprimere tutte le situazioni che sono proprie di questo tempo, è lo stesso importante difenderla e diffonderla; è veramente importante che oggi questa cultura, che affonda le proprie radici nella notte dei tempi, venga valorizzata e tutelata, oltre che con il nostro continuo impegno, anche attraverso l’insegnamento nelle scuole Primarie e Secondarie di Primo grado, dove i ragazzi, che a quell’età sono nel pieno delle loro possibilità di apprendimento, riescano a prendere consapevolezza di un passato glorioso di cui possano andarne fieri e per cui appassionarsi, facendo loro capire quanto ciò sia importante per sentirsi partecipi di una cultura per la quale, proprio a causa della sua arcaicità e unicità, è stata avviata la procedura di iscrizione tra i beni immateriali dell’UNESCO.

Ora sta a noi, operatori degli Sportelli Linguistici, studiosi e amanti di questa cultura che abbiamo il privilegio di conoscere, recuperarla, mantenerla, diffonderla, ampliarla, evolverla negli scritti e nelle discussioni e fare in modo che essa non venga nuovamente assorbita e annullata dal ritmo nevrotico e incalzante di una civiltà sempre più orientata alla distruzione di se stessa che non alla propria conservazione.

Nell’attività di sportello parecchio tempo viene dedicato al lavoro di traduzione e di analisi grammaticale, sempre con l’intenzione di approfondire, affinare e potenziare le azioni di tutela e le nostre conoscenze linguistiche e culturali che rappresenta per noi uno dei pochi momenti di riscatto socio-culturale di una zona da troppo tempo depressa e piena di problemi di identità, di dignità morale e di orgoglio culturale.

Sono molte le persone che dall’esterno non riescono a comprendere pienamente il nostro lavoro che, se fatto con diligenza e passione, è il modo più qualificato per valorizzare questo territorio, per dare importanza e rilievo alle tante ricchezze culturali, archeologiche e ambientali proprie ed esclusive di questa nostra terra da sempre martoriata da catastrofi naturali e meteorologiche e spesso anche da chiacchiere e insinuazioni.

Per questo motivo è importante, per noi operatori di sportello, dare il massimo, lavorare con passione e con vivacità, riscoprendo e inventando sempre nuove attività, in modo da produrre lavori che valorizzino non solo l’Area Grecanica, ma anche il nostro operato, le nostre conoscenze, la nostra cultura, la nostra dignità personale e professionale, la nostra passione che, se solo opportunamente stimolate e incentivate, possano dare un senso, un valore aggiunto e una importanza strategica anche all’esistenza stessa degli Sportelli.

Il nostro lavoro deve essere la base e il punto di riferimento per chiunque desideri approfondire o solamente avvicinarsi alla nostra storia e alla nostra cultura che fanno dell’Area Grecanica una realtà riconosciuta e apprezzata da autorevoli studiosi italiani e stranieri che, in diverse scuole e università europee, ne studiano le caratteristiche linguistiche, sociali, culturali, economiche e naturalistiche.

Di questa cultura, di questa lingua e di questa storia, ormai se ne parla dappertutto, le scuole dell’Area Grecanica, a tutti i livelli, propongono corsi e approfondimenti sia per gli insegnanti, sia per gli studenti; le ripercussioni sul nostro lavoro e sulla passione che gli dedichiamo, sono evidenti in tutti i settori professionali, culturali e sociali dell’intera area. Ormai dappertutto si sente parlare di Area Grecanica, dappertutto, a differenza di alcuni decenni fa, ci si fregia di appartenere a questa zona condividendone la cultura, la storia, le tradizioni, la lingua; ormai tutti parlano di Grecanico e di Area Grecanica; sta a noi, attraverso iniziative e progetti, stimolati e promossi anche dalla nostra attività, fare in modo che un numero sempre crescente di persone, oltre che parlare di Grecanico, riesca a parlare in Grecanico.

Il progetto è ambizioso, le aspettative, forse, sono scarse, ma, considerando il fermento che c’è girando per i paesi dell’Area Grecanica, è possibile che già ora esistano le basi per un lavoro di divulgazione e di valorizzazione di questa cultura che non a caso ha resistito per 30 secoli a ben più forti e duri attacchi.

È importante convincersi che il nostro lavoro sia di grande importanza e che esso contribuisca efficacemente alla diffusione sul territorio di un rinato senso di attaccamento e di innamoramento delle proprie radici che solo conoscendone le qualità e le peculiarità si può meglio costruire e sviluppare un futuro che dia un senso al nostro mondo e alla nostra cultura.

Per questo bisogna ribadire con maggior forza che dobbiamo essere sempre più convinti che quello che facciamo non è solo importante, ma è indispensabile se desideriamo che la nostra terra e l’ambiente in cui viviamo diventi un posto prima di tutto vivibile, che dia cultura, occupazione, dignità e faccia in modo che esso sia sempre di più inserito in un contesto di cultura locale, proiettata sempre di più verso una dimensione globale che ne apprezzi la diversità e la unicità.

Solo quando riusciremo a capire che essa è realmente la nostra cultura e solo quando riusciremo a comprendere l’importanza che essa ha nella nostra crescita, saremo pronti e faremo di tutto per valorizzarla e diffonderla; e solo quando saremo fieri della sua esistenza, saremo pronti a difenderla e ad amarla, combattendo con fermezza il tentativo della modernità di assorbirla e annullarla proponendo sempre nuovi modelli e idoli che sono molto lontani dalla genuinità e dalla semplicità di un mondo che non è mai morto e che continua a darci sempre nuovi stimoli per affrontare con consapevolezza il nostro futuro da consegnare con orgoglio ai nostri figli.

Siamo anche convinti che il nostro lavoro, proteso verso la diffusione e la difesa della nostra cultura, favorisca la rinascita del gusto di parlare in Greco di Calabria e il desiderio di conoscere le proprie radici; ciò contribuisce a renderci fiduciosi che anche per il futuro questo lavoro sarà estremamente necessario ponendosi come punto di partenza per qualsiasi percorso linguistico, storico, culturale, tradizionale e ambientale dell’Area Grecanica.

Oggi tutti noi siamo chiamati a prendere coscienza di ciò che abbiamo perduto ed è importante attaccarci tenacemente a ciò che ci è rimasto, con la consapevolezza che la dignità e l'identità di un popolo passa attraverso il riconoscimento di tutto ciò che fa parte del bagaglio culturale, musicale, linguistico, archeologico e tradizionale ricevuto in eredità e che dobbiamo tramandare, intatto e vivo, alle generazioni future.

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Domenico Cuzzucoli
Interprete e Traduttore
Sportello Linguistico - Bova Marina

 

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