Lettere dall'Africa

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Lettera dalla Sierra Leone agli amici di Grecanica

 

Cari amici vi scrivo nelle poche ore di luce e di internet che abbiamo con un messaggio e con un grande affetto e sentimento di gratitudine per il vostro sostegno.

Internet c’è solo in un piccolissimo ufficio del CUAMM, a cinquanta metri circa da casa nostra e ci ritroviamo almeno in quattro a quell’ora, chi per telefonare con Viber o Skype, chi per messaggiare con WhatsApp, chi per scrivere al computer.

La difficoltà  e il sudore di quelle due ore chiusi nell’ufficio (fuori lasciamo  le zanzare) sono ripagate dalla gioia di avere vostre notizie e meglio, qualora fosse possibile, di sentirvi, e poi a casa, da un bicchiere di acqua FRESCA, perché il frigorifero nel frattempo ha lavorato per noi, prima di mettersi di nuovo a riposo fino all’indomani alle 18,30.

Ieri sera sia io che Tito avevamo dimenticato la lampadina tascabile (quando siamo usciti c’era ancora luce, confido che ci abitueremo a portarla sempre con noi) e con la sola luce del cellulare non vedevamo neanche dove mettevamo i piedi, per fortuna che la strada per arrivare a casa era dritta e breve, ma da sola avrei avuto un po’ paura.

Siamo giunti in Sierra Leone giorno 17 alle 2:00 del mattino (in Italia le 4:00 del mattino) e dopo aver distribuito mance siamo arrivati in un porticciolo con un autobussino locale, lì abbiamo preso una specie di motoscafo che ci ha portato, tagliando un golfo sull’Atlantico, a Freetown, la capitale. Ad attenderci un driver del CUAMM. Alle 4:30 (6:30 in Italia) eravamo alla sede, dopo aver attraversato il cancello “automatico”. Il driver ha bussato col muso della macchina e subito si è aperto, e dietro c’erano 4 grandi fari, (gli occhi di 2 ragazzini).

L’indomani dal balcone della mia camera ne ho visto uno seduto dietro il cancello, a guardia. Tutto il 17 siamo stati a Freetown per sbrigare alcune prassi burocratiche e fare un poco di spesa  (qui tutto costa carissimo, es. mezzo chilo di fagioli 15000 leoni, ossia 2,50 euro) Tito ha anche partecipato a un incontro di tutte le ONG presenti sul territorio, tenutosi al Ministero della Salute.

Giorno 18, alle 9:00, finalmente partiamo per Pujehun, nella foresta tropicale. A metà strada facciamo il cambio di gip, driver e medici. Silvana dà le necessarie informazioni di lavoro a Tito, in un area di rifornimento, pranziamo con delle buonissime pannocchie bollite comprate  da una ragazzina e ripartiamo. Sulla strada ci fermiamo  per comprare dell’ananas buonissimo e delle noci di cocco e poi a Bo per comprare il pane e altro, con Chiara, l’ostetrica, che è venuta a prenderci, insieme a Muamed, il nuovo driver.

Verso le 5 arriviamo a casa e conosciamo Clara, che si occupa dell’amministrazione dell’ospedale e di tutto il progetto e Paolo, il chirurgo. Le piogge sono intense, soprattutto notturne, ma durano poco, circa un’ora per 2 o 3 volte, a luglio e agosto so che aumenteranno.

19 giugno, oggi la pioggia e arrivata a bagnare quasi metà letto prima che riuscissimo a chiudere le finestre. Stamattina ho ordinato le cose che abbiamo portato e insieme a Naffi, che viene a fare le pulizie e a lavare i panni, abbiamo pulito la casa, Tito alle 8:30 è andato in ospedale. Alle 14:00 Tito non era ancora tornato. Ho cucinato un pò di patate da mangiare con un buon salame calabrese e il pane, ma quando è arrivato non aveva fame…ho capito…era come avevo temuto nell’attesa. Dopo aver lottato per un bimbo, Gassimu, di 2 anni e 5 mesi, che il giorno prima era giunto gravissimo con un attacco di malaria, e respirava con grande fatica (un respiratore era a Bo, per farlo  aggiustare e l’altro vanno a prenderlo ed era GUASTO), verso le 2:00 è arrivato un altro bimbo, di 7 mesi , ma per lui le cure non sono servite a nulla, dopo mezz’ora è morto.

Pomeriggio sono andata a trovare Gassimu è bellissimo e soffre molto, febbre a 40 e respira a fatica, gli somministrano i medicinali con un sondino naso-gastrico e anche un po d’acqua. La mamma lo guarda innamorata e spaventata, cerca con lo sguardo un barlume di speranza. Le ho sorriso e ho segnato il bambino sulla fronte affidandolo a Gesù, poi sono andata all’ufficio per affidarlo alle preghiere degli amici che sono riuscita a raggiungere … sia fatta la Sua volontà.

Ore 22,20 Tito è andato a vedere come sta Gassimu, io sto facendo bollire l’acqua da bere per poi filtrarla domani quando sarà fredda. Vorrei farmi una doccia fredda, tanto calda è impossibile, perché non c’è neanche il rubinetto dell’acqua calda, per Tito che soffre di un'allergia al freddo è un problema, per me sarà solo questione di abitudine, ma stanno per chiudere il generatore e rischio di rimanere al buio a parte che non posso poi asciugarmi i capelli. Gassimu è gravissimo, aiutiamo lui e la sua mamma.

20 giugno il bimbo è ancora gravissimo, oggi ci sono stati momenti di grande timore, poi verso le 18:00 è arrivato l’ossigeno, ma manca una medicina importante che non c’è neanche nel vicino ospedale. Intanto è arrivato un altro bimbo, denutrito con malaria ed emoglobina bassa , si chiama Cumu e ha circa 5 anni.

L’ospedale in questo periodo e pieno e Tito lavora quasi senza sosta… fra poco deve di nuovo passare a fare un giro di controllo.

Un caro abbraccio Nunziella e Tito

 

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