Grecanico di Calabria: come salvarlo?

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Una eredità secolare da non perdere

Il Grecanico è uno straordinario patrimonio della cultura calabrese.

Purtroppo al giorno d’oggi sono pochissime persone che ancora lo parlano (si stima circa 400). Questo dato già di per sé basterebbe per fare scattare un campanello d’allarme, ma c’è di più. Infatti, la maggior parte delle persone che parlano Grecanico ha un’età piuttosto avanzata. Ciò significa che se le cose continueranno ad andare in questo modo, il Grecanico della Calabria si estinguerà nel giro di una generazione.

Questo era ben chiaro già nel 1999, quando il Parlamento italiano approvò la legge 482/99 per la tutela delle minoranze linguistiche. Sfortunatamente questa legge in Calabria non sembra avere portato i risultati sperati, anzi il neogreco pare essere sul punto di non ritorno, come purtroppo altre parlate italiane.

In questo scenario pessimista sembra che ci si debba rassegnare all’imminente estinzione del Grecanico. Ma non è ancora detta l’ultima parola!

Esiste infatti la soluzione. Si tratta di un insieme di procedure elaborate da una disciplina scientifica chiamata pianificazione linguistica.

Gli scienziati che si occupano di pianificazione linguistica hanno studiato approfonditamente il modo in cui le lingue nascono, si evolvono, prosperano e si estinguono, e quindi conoscono tutti i segreti che stanno dietro al successo o all’insuccesso di una lingua.

Di conseguenza, hanno elaborato una lista di azioni mirate a salvare le lingue dall’estinzione.

Paolo Coluzzi, docente di linguistica all’università di Kuala Lumpur (Malaysia), è uno dei massimi esperti di pianificazione linguistica.

Recentemente ha pubblicato un articolo in cui spiega con parole semplici come arrestare il declino di una lingua.

Lo puoi leggere a questo indirizzo: http://patrimonilinguistici.it/pianificazione-linguistica-per-le-lingue-regionali-ditalia/

Nel caso del Grecanico, dunque, cosa consiglia la rivitalizzazione linguistica?

Possiamo riassumere il da farsi in 4 parti:

  1. Evitare di mescolare la politica alla lingua. È infatti fondamentale fare capire ai parlanti che il Grecanico è un patrimonio di tutti, e non solo di una determinata fazione politica, che sia di destra o di sinistra. Le beghe di partito, purtroppo, hanno portato più danni che benefici. A questo proposito, la polemica sui cartelli in lingua locale in Lombardia è piuttosto eloquente.

  2. Utilizzare la lingua senza intenti di chiusura. Essere parlanti grecanici, infatti, non significa parlare solo Grecanico. Non significa appartenere solo a piccoli paesi della montagna aspromontese. Significa piuttosto essere in grado di esprimersi anche in un antico e nobile idioma che affonda le sue radici nei millenni passati. Conoscere il Grecanico significa rinsaldare le profonde radici della terra calabrese senza aver paura che il vento delle altre culture ci possa sradicare. Il Grecanico deve dunque essere un orgoglio per chi ha il privilegio di poterlo parlare, senza nulla togliere all’Italiano, all’Inglese, al Calabrese e a tutte le altre lingue del mondo.

  3. Insegnare il Grecanico ai bambini. Il modo migliore per tramandare una lingua, infatti, è agire sulle nuove generazioni. Istintivamente siamo portati a pensare che si debba insegnare il Grecanico nelle scuole. In realtà sarebbe molto meglio insegnare in Grecanico per favorire l’uso vivo della lingua. Quindi, ben vengano le lezioni spiegate in grecanico, seguite magari da giochi ed esercizi per spronare i bambini a parlare in Greco di Calabria. La scuola non è l’unico modo per trasmettere la lingua. La famiglia può avere un ruolo centrale. Mamme e papà di tutto l’Aspromonte dovrebbero incoraggiare i nonni che ancora conoscono il Grecanico a parlare ai nipotini in questa antichissima e affascinantissima lingua.

  4. Accettare l’idea che il Grecanico è una lingua normale. La lingua grecanica, infatti, è un idioma umano, e come tale può essere usato in ogni situazione sociale. Bisogna evitare di considerare il Greco di Calabria come una lingua folkloristica e ammuffita. È ora di usarla come lingua di tutti i giorni.

Non è troppo tardi per salvare il Grecanico.

Dunque, non resta altro che iniziare a lavorare per il suo recupero con ottimismo e buona volontà.

 

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